Manovra 2020: l’obbligo di fattura elettronica esteso ai forfettari

Manovra 2020: l’obbligo di fattura elettronica esteso ai forfettari

Mancano oramai pochi giorni ed il disegno di legge relativo alla Manovra economica 2020 prenderà forma. Parallelamente il cammino della legge più importante dell’anno dovrebbe essere accompagnato dal Decreto-Legge collegato.

Dalle dichiarazioni di questi ultimi giorni sembra oramai certo un intervento sul regime forfettario di cui alla L. n. 190/2014. La misura non solo non consentirà l’estensione della “tassa piatta”, con l’applicazione dell’aliquota del 20 per cento ai contribuenti con ricavi o compensi compresi tra 65.001 e 100.000 euro, ma “rimodulerà” il regime forfettario fino a 65.000 euro.

Il periodo d’imposta 2019 ha rappresentato il primo anno durante il quale risulta notevolmente incrementato il numero di contribuenti che ha fruito del regime forfettario, dopo le modifiche previste dall’ultima Legge di bilancio. Sono state introdotte nuove cause ostative. Inoltre, il “tetto” di ricavi o compensi non risulta più diversificato, per tipologia di attività. La soglia è unica per imprenditori individuali e professionisti.

La manovra economica 2020 dovrebbe prevedere un vero e proprio “giro di vite” con una serie di oneri supplementari finalizzati ad impedire sul nascere comportamenti elusivi. Per tale ragione una delle misure allo studio potrebbe prevedere, sia pure con delle limitazioni, l’estensione dell’obbligo della fatturazione elettronica anche a carico dei contribuenti forfettari.

 

L’autorizzazione della Commissione europea

Con la decisione di esecuzione UE 2018/593, la Commissione europea ha concesso il via libera alla deroga agli articoli 218 e 232 della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune dell’Iva. Ciò al fine di poter introdurre nel nostro ordinamento “un sistema generalizzato di fatturazione elettronica obbligatoria per i soggetti Iva diversi da quelli che applicano il regime delle piccole imprese”.

L’autorizzazione è stata concessa, ma non ha interessato i soggetti di minori dimensioni.

L’estensione della fatturazione elettronica anche ai contribuenti che si avvalgono del forfait richiederebbe, quindi, un nuovo “nulla osta” della UE e per tale ragione l’operazione non si presenta affatto agevole.

Al fine di superare i rigidi vincoli comunitari il Governo sta studiando la possibilità di estendere l’obbligo di fatturazione elettronica ai contribuenti forfettari, ma esclusivamente nel caso in cui l’ammontare dei ricavi o dei compensi abbia superato il limite di 30.000 euro.

La soluzione prospettata presenterebbe il vantaggio di non prevedere alcun incremento dell’aliquota dell’imposta sostitutiva che resterebbe fissata al 15 per cento. L’unica eccezione riguarderebbe le nuove attività per i primi cinque anni. In tale ipotesi continuerebbe ad applicarsi l’aliquota del 5 per cento.

L’introduzione dell’obbligo di emissione della fattura elettronica per i contribuenti forfettari posizionati nello scaglione 30.000 – 65.000 euro assolverebbe esclusivamente a finalità di controllo. Al fine di evitare di complicare oltre misura gli adempimenti dei forfettari potrebbe essere adottata la medesima soluzione prevista per gli enti associativi che hanno adottato il regime forfettario di cui alla L. n. 398/1991. Si potrebbe così prevedere, per le operazioni poste in essere nei confronti di soggetti passivi Iva, che la fattura elettronica venga emessa, per conto del contribuente forfettario cedente/prestatore, per suo conto dal cessionario/committente.

Fonte: Fiscal Focus

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